venerdì 10 febbraio 2012

regalare cavoli



In inverno i balconi sono per così dire a riposo, non è però necessario che rimangano spogli; per la stagione fredda l’ideale è il cavolo.
Si avete capito bene, il cavolo ornamentale. Bello è bello, resistente pure e si accontenta di poche attenzioni. A noi pare strano ma, già da tempo, in Francia si usano cavoli usano per decorare bordure di giardini e aiuole. La Brassica Oleracea, questo è il suo nome scientifico, è ottenuta per ibridazione ed è una pianta europea, che ha avuto grande successo negli Stati uniti dove, con spirito pratico, si unisce l’utile al dilettevole: dopo la fioritura finisce nel piatto. Può essere  acephala o capitata a seconda se ha la “testa” come il cavolfiore o è composta solo da foglie arricciate. Il cavolo Ama le temperature invernali, come dice anche il proverbio: chi pon il cavolo in aprile, tutto il mondo se ne ride. A seconda della varietà, si semina tra la primavera e l’estate e, messo a dimora in autunno, garantisce una fioritura per l’inverno. Le pigmentazioni vivaci dei cavoli ornamentali, che vanno dal bianco al viola, al giallo, sono ottenute grazie alle temperature fredde, quindi, benché temano le gelate, un clima troppo mite, li lascerebbe di un anonimo colore verdognolo.
Il cavolo ornamentale è commestibile, anche se non è il caso di assaggiare quelli comprati nelle nostre serre, che sono trattati chimicamente. Mi è capitato di leggere che alcuni giardinieri con particolari paturnie artistiche li colorano. Benché la letteratura popolare in un certo senso lo svilisca come alimento povero, il cavolo è ricco di sali minerali, potassio e zolfo. E’ quindi cibo per piatti quaresimali, ma di difficile digestione insomma, i cavoli a merenda non sono proprio l’ideale!
Secondo Plinio, naturalista vissuto nel I secolo d C., preservava dalle ubriacature, quindi, dopo aver mangiato del cavolo si poteva bere a volontà. Probabilmente questa diceria affonda le radici in un racconto mitologico: Licurgo, re della Tracia, distrusse le viti di Bacco che, per punirlo, lo legò alla vite. Dalle lacrime di Licurgo nacquero le piante del cavolo. Leggenda contadina vuole che tra il cavolo e la vite ci sia inimicizia, tanto che, se si piantasse il cavolo vicino alla vite, questa miracolosamente si sposterebbe. Altre leggende narrano di Licurgo come un oppositore del culto di Dioniso: nell’Iliade getta in mare il dio fanciullo, ricevendone in cambio la cecità, secondo un’altra versione, imprigionò le baccanti che, una volta libere lo resero folle e colpì a morte il proprio figlio scambiato per un tralcio di vite.
È nota la leggenda, forse derivata dalla forma dell’ortaggio che ricorda un utero, secondo cui i bambini nascono sotto i cavoli ma, poiché si un tempo si credeva che un decotto di cavolo facesse espellere i feti morti, questo ortaggio ha anche un significato funebre. Addirittura è traghettatore di anime: in molte fiabe il cavolo è la scala per accedere al regno dei cieli.
Quindi, perchè no, invece della solita piantina esotica, o della stella di natale, che tanto muore subito, regalate un bel cavolo!


e poi..

A.Cattabiani. Florario , Mondadori 1996
M. Lombradi. Bello… come un cavolo. in Gardenia , 309, gennaio 2010
M. Gramaglia. Cavoli, cavolfiori, cavoli colorati, coltiviamoli così. in Gardenia, 309, gennaio 2010

1 commento:

  1. buondì alisa, felice di sentir parlare di "adiacenze narrative", di mondo vegetale. Hai ragione, i cavoli ornamentali sono belli e originali. Ho un terrazzo e, da un anno circa, un campetto in campagna. Sono reduce da una stagione di orto estivo che è stata di lancio e di "prova". ho fatto tutti gli errori autodidattici che si poteva fare :-) ma il raccolto è stato abbastanza generoso e l'esperienza divertentissima. Con tutto che i cinghiali, ad agosto, son venuti a passeggiarci e banchettare allegramente sopra..se ti va di fare un giro Altrove, prova a passare quaggiù:
    aereoplanini.wordpress.com
    un salutone

    Alessandro

    RispondiElimina