S.Giovanni Battista di Leonardo da Vinci
Nel
mio personale almanacco, rilevanza particolare ha la ricorrenza di S.
Giovanni Battista, che si celebra il 24 giugno. La festa cade poco
dopo il solstizio d’estate, quando il sole inverte il suo cammino e
incomincia impercettibilmente a declinare sull’orizzonte. Siamo in
un periodo magico, tutte le tradizioni pagane e cristiane, onorano
questo giorno, che nel mondo anglosassone è il Midsummer
day (l'estate per
i celti iniziava in maggio con la festa di Beltane),
con rituali e feste.
Stranamente di San Giovanni il calendario
cristiano ricorda il giorno della nascita e non quello della morte,
come avviene per gli altri santi; ma il Battista, anticipatore di
Cristo, nel Vangelo dice di Gesù "Egli deve crescere e io
diminuire". Quindi, proprio al sole calante viene collegato S.
Giovanni Battista, detto anche S.
Giovanni che piange,
il cui capo mozzo, secondo tradizione è possibile vedere nel disco
solare in questi giorni. Se si pone attenzione al Calendario, si
noterà che, a fine dicembre, a ridosso del solstizio invernale è
ricordato un altro Giovanni: l’Evangelista, detto S.
Giovanni che ride.
Anche
la ricorrenza di S. Giovanni, come molte feste cristiane, è
ricalcata sulla tradizione pagana che identificava nei solstizi i
periodi critici dell’anno, momenti di passaggio, dove si
mescolavano l’invisibile e il manifesto. Secondo la religione
greca, come ricorda anche l’Odissea, il solstizio estivo era
ritenuto la Porta
degli uomini,
il passaggio delle anime che scendevano a reincarnarsi sulla terra,
mentre quello invernale laPorta
degli dei attraverso
la quale lo spirito libero dalla materia ritornava al cielo. E lo
stesso nome Giovanni
rimanda
per assonanza a Ianus,
Giano,
il misterioso dio bifronte protettore delle porte che, nell’antica
Roma, il collegio dei fabbri usava festeggiare proprio ai
solstizi.
Molti sono i riti che ancora oggi sono collegati alla
festa di S. Giovanni: riti divinatori, di passaggio, volti a
proteggere la natura e i raccolti e che hanno per protagonisti
l’acqua e il fuoco. É usanza infatti, in varie parti del mondo,
persino nelle regioni settentrionali dell’Africa, accendere falò
che purificano le messi, scacciano i demoni e sono di buon auspicio.
Come auspicio di fecondità, è in queste notti, il bagnarsi in
laghi, fiumi o nella rugiada alla luce della luna. La luna, simbolo
di fecondazione e rigenerazione, si trova ora nel suo domicilio
naturale, il segno del Cancro, segno delle acque che rimandano
all’inconscio, e al rinnovamento.
Fuoco e acqua dunque, sole e
luna che simbolicamente si incontrano e celebrano le loro nozze
feconde.
Ma i solstizi, come tutti i periodi di passaggio, che nel
Calendario cadono anche a fine ottobre e a febbraio, sono momenti
critici, di confusione tra mondo terreno e ultraterreno e, non a
caso, proprio nella notte di S. Giovanni si radunano le streghe a
celebrare il loro Sabba, presso il noce di Benevento. C'è chi vede
in questi personaggi, nelle streghe, il ricordo delle divinità
pagane, del culto della stessa Luna – Diana, che la tradizione
cristiana, non potendo estirpare del tutto, ha demonizzato.
Tante
sono le erbe dette di S. Giovanni: piante che, oltre ad assicurare
protezione contro gli spiriti maligni, hanno funzioni divinatorie. Un
tempo ai vespri la sera della festa, veniva allestito, davanti alla
basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma, un mercato dove era
possibile trovare una gran varietà di queste erbe ritenute
“magiche”. Ad esempio, proprio nel periodo solstiziale, era
consigliabile comprare l’aglio che avrebbe tenuto lontano le
streghe. Oltre all’aglio, secondo una leggenda tedesca, per
spaventare i demoni bisognava nascondere sotto la camicia l’iperico,
chiamato Johanniskraut,
forse perché, strofinando i suoi petali tra le dita queste si
macchiano di rosso ricordando il sangue del Battista. Oltre alla
protezione, dalle erbe di San Giovanni si traggono profezie, il più
delle volte legate al matrimonio o alla fecondità. Se una ragazza in
età da marito pone, durante questa notte, un rametto di rosmarino
dietro l’orecchio, vedrà in sogno il volto del futuro sposo.
Oppure era uso, in molte regioni d’Italia, mettere a macerare in un
catino d’acqua esposto all’aperto diverse erbe tra cui il
rosmarino, l’iperico e la ruta. L’acqua di San Giovanni avrebbe
assicurato fertilità, salute e lunga vita.
E poi...
Alfredo
Cattabiani: Calendario, Mondadori, 2003
Alfredo
Cattabiani: Florario – Miti, leggende e simboli di fiori e piante,
Mondadori 1996
Alfredo
Cattabiani: Planetario – Simboli, miti e misteri di astri pianeti e
costellazioni, Mondadori 1998
Alfredo Cattabiani:
Santi d’Italia, Rizzoli, 1993