giovedì 25 ottobre 2012

Acrostico d'ottobre

Caravaggio, Natura morta




Ore barocche di brividi e

Tempo dorato che annaspa tra

Tazze di the. 


Ormai il giorno e' stanco. 

Butta alle spalle il sole che muore 

Raccogli le briciole sul bordo del piatto 



E allora via, di corsa col botolo !

domenica 14 ottobre 2012

ottobre

Ciclo dei mesi di Torre Aquila - Ottobre





L'iconografia di ottobre proviene dal ciclo dei mesi di Torre Aquila del Castello del Buonconsiglio a Trento.
Il castello del Buonconsiglio è una delle più importanti fortificazioni alpine: sorto sui resti di un antico castrum romano, fu, dall'età medievale al periodo napoleonico,residenza dei principi vescovi.
Il nucleo originale, che risale al 1200, venne pesantemente rimaneggiato nel 1400, con l'aggiunta del Magno Palazzo verso meridione, che fu collegato alla parte medievale in età barocca. Con la fine del potere dei principi vescovi e annessione del principato alla contea del Tirolo, il castello perse la sua importanza per diventare sede di rappresentanza.
La Torre Aquila, situata all'estremità meridionale, risale al XIII secolo. Fu pesantemente rimaneggiata dal principe vescovo Giorgio di Lichtestein, che la fece sopraelevare e commissionò gli affreschi con il ciclo dei mesi della sala al secondo piano.
Gli undici riquadri (il mese di marzo è andato perduto in un incendio) che sono uno dei maggiori esempi di gotico internazionale in Italia, rappresentano sia scene di vita di corte e del mondo contadino. L'attenzione ai particolari delle vesti, degli arnesi agricoli e della botanica, fa di questo ciclo un documento fotografico del tempo.
Non si conosce con certezza il nome dell'autore. La tradizione lo identifica, per lo stile con paesaggi poco profondi costellati di spuntoni rocciosi e dai colori irreali che rimanda alle miniature boeme, con un maestro Wenceslao, artista boemo documentato a Trento agli inizi del Quattrocento. L'interesse e la cura nel rendere gli elementi botanici fa ipotizzare anche una consultazione dei tacuini sanitatis, manuali medicina che, allo scopo di fornire nozioni sulle proprietà curative delle piante, le ritraevano con miniature ricche di particolari.
Ottobre non ha celebrazioni particolari in quanto la liturgia cattolica non prevede solennità, ma solo feste di santi. Nel mondo contadino è il mese della fine della vendemmia e quindi ricco di tradizioni e ricorrenze legate al mondo del vino.
Il vino era molto importante nell'economia e nella cultura tridentina, tanto che il vitigno era sempre collegato ad un castello. Nel medioevo e nel rinascimento, alla fine della vendemmia si usava dare feste grandi e sfarzose, come quella promossa dal principe vescovo Bernardino Clesio che, nel 500, addirittura fece collegare le sue cantine alla fontana della piazza principale che gettò vino per una giornata intera.
Al Buonconsiglio nel pannello di ottobre, sono rappresentati contadini che trasportano l'uva, altri che pigiano mentre il signore assaggia il mosto. Gli attrezzi agricoli sono resi con estrema cura, tanto che potremmo dire di trovarci di fronte ad un vero trattato di falegnameria e artigianato.
Fin dall'antichità ed in ogni cultura, il vino non fu una semplice bevanda, ma ebbe sempre un legame privilegiato con la religione, la spiritualità, l'altro da sé.
È l'estasi che conduce al divino, bella e terribile, sublime ma pericolosa. Non a caso, nella tradizione islamica, dove il consumo delle bevande alcoliche è vietato, il poeta Ibn Al Fahrid, loda il vino che conduce alle alte vette del misticismo, mentre il Corano, parla di Vino raro che berranno i giusti nell'aldilà.
Il vino non nacque in Grecia, ma fu importato da Creta e si diffuse poi in tutto il bacino del mediterraneo, fino a giungere in Inghilterra attraverso la via dell'Ambra.
Dioniso, dio dell'ebbrezza, è anche il dio che muore e risorge. Il suo culto, nato a Creta fu dapprima legato ai miti della Grande Madre, così come avvenne in tutto il vicino oriente: si pensi alla Madre Vite venerata dai Sumeri.
Figlio di Zeus e Semele (identificata con la Luna), Dioniso morì una prima volta quando la madre, istigata dalla gelosa Era, finì incenerita per aver voluto contemplare il padre degli dei in tutto il suo splendore divino. L'intervento di Ermes, che lo cucì nella coscia di Zeus nell'attesa che si compisse il tempo di una nuova nascita, è un chiaro riferimento alla fine dei culti matriarcali.
Nato due volte era detto Dioniso, e un'altra volta morì per mano dei titani che, sempre istigati da Era, lo smembrarono per cuocerlo in un tripode. Secondo una tradizione, Rea, la madre terra e “nonna” di Dioniso, lo resuscitò dopo averne ricomposte le membra, mentre secondo un'altra vulgata, dalle sue ceneri seminate, nacque la vite.
Il culto del vino, diffuso in tutto il bacino del mediterraneo, non poteva essere assente in Palestina: si pensi a come la festa ebraica dei Tabernacoli, fosse agli inizi una festa dionisiaca, o allo stesso Cristo che diceva di se stesso: “Io sono la vite”.
Nella Bibbia abbondano i riferimenti alla vite e al Vino, tramite tra l'umano e la divinità.
L'episodio di Noè, che, scoperto nudo e ubriaco dal figlio Cam, lo punisce perché si era burlato di lui additandolo ai due fratelli, mentre premia questi ultimi che lo ricoprirono rifiutandosi di guardarlo, è una chiara allusione all'estasi e alla contemplazione divina, che non tutti sono in grado di capire o di reggere. Ma se nell'Antico Testamento la vite è soltanto una prefigurazione del Cristo (gli esploratori inviati da Noè ritornarono portando un grappolo d'uva su un legno, chiara allusione alla crocifissione), nel Nuovo Testamento la vite è il Cristo stesso. Gesù dice agli uomini: Io sono la vite, voi i tralci, ossia gli uomini partecipano al divino pur senza essere essi stessi divini, come il tralcio che fruttifica ma, se staccato dalla vite, è destinato a seccare. E il succo della vite, il suo sangue, diventa sangue divino nell'Ultima Cena: per i credenti infatti il pane e il vino dell'Eucaristia non sono solo un simbolo o un ricordo, ma sono veramente il corpo e il sangue di Cristo.
Per tornare al nostro mese di ottobre, quale santa poteva essere ricordata dalla Chiesa, se non proprio Teresa d'Avila, la santa dell'estasi come ebbrezza che porta a trascendere i limiti umani per ricongiungersi con il divino?



e poi...
A. Cattabiani, Erbario. Rusconi 1994
A. Cattabiani, Calendario, Mondadori 2002
K. Kerényi, Dioniso, Adelphi, 1992

sabato 6 ottobre 2012

HOROLOGE, il Senso del Tempo

Roma Signer, Horologe - settembre 2012




È l'installazione Horologe dell'artista svizzero Roman Signer. Si trova in Piemonte a Trivero in provincia di Biella, nei pressi del Lanificio Zegna. Ad ispirare l'artista è stato proprio il vapore che esce dalla ciminiera della fabbrica.
L'orologio, alto quattro metri, che ricorda i grandi orologi stradali, non ha lancette ma emette, ogni quarto d'ora, uno sbuffo di vapore, che come lo gnomone di una di meridiana, proietta l'ombra sul quadrante.
Il tempo è evanescente: un getto di vapore che ti coglie all'improvviso e ti sorprende, non essendo mai uguale a se stesso. Qui il momento prende corpo: si può vedere, sentire, toccare. È parte della vita, del lavoro e del paesaggio industriale, come il rintocco delle campane che ritmava le giornate e le attività contadine.
Un tempo fisico ed  incorporeo; un tempo che  è matematico, inesorabile ma che, per comprenderne  e viverne a fondo l'essenza, esige  si colga l'occasione. È Cronos che diventa Kairos


martedì 2 ottobre 2012

l'arcangelo Michele e Mitra


Raffaello, San Michele e il drago


Il 29 settembre si festeggia l'arcangelo Michele, patrono della Polizia di stato e di tutti coloro che, nei loro mestieri, usano spade o bilance, quindi degli armaioli e dei commercianti.

Michele è, insieme a Raffaele e Gabriele, uno dei tre arcangeli riconosciuti dalla Chiesa. In realtà, la Bibbia, nel libro di Tobia, parla di sette arcangeli e  così pure altri  testi, soprattutto della tradizione orientale. Gli arcangeli, rappresentati con ali d'aquila (la tradizione di raffigurare angeli e arcangeli alati era però rifiutata dai cristiani delle origini, per evitare si confondessero con divinità pagane alate, tipo Nike) grado supremo della gerarchia angelica erano, come dice il loro nome (dal greco anghelos che significa nunzio) i messaggeri della volontà divina. Michele è sempre stato identificato come il capo della milizia angelica e il suo culto, molto popolare nella chiesa orientale, si diffuse in occidente a partire dall'alto medioevo.
I santuari dedicati all'Arcangelo, i Michaelion, erano spesso ricavati all'interno di grotte. Probabilmente si trattava di una cristianizzazione di Mitrei, luoghi di culto dedicati a Mitra, una divinità indoiranica della luce, assimilata in seguito a Mercurio e al Sole Invitto. La religione mitraica, un culto misterico diffuso principalmente in ambito militare, ebbe molta fortuna nell'impero romano a partire dal II secolo dopo Cristo; seguito soprattutto dall'aristocrazia (anche gli imperatori Nerone e Giuliano ne furono adepti) fu scalzato dal cristianesimo, col quale presenta tra l'altro parecchie analogie, che era aperto anche al popolo e alle donne, rigorosamente escluse dal culto mitraico.
Ariccia, Mitreo Marino. Mitra uccide il Toro
Mitra presiedeva agli equinozi, periodi di passaggio dal semestre luminoso a quello buio e viceversa, come testimonia l'immagine dei due portatori di fiaccola che affiancano il dio: Cautes, con la torcia rivolta verso l'alto, a ricordare la primavera mentre Cautopates con la fiaccola abbassata e l'espressione triste annuncia l'autunno e l'inizio del semestre buio.
Michele, fin dalle origini, è stato festeggiato il 29 settembre, pochi giorni dopo l'equinozio autunnale poi, con l'ultima riforma liturgica negli anni settanta gli sono stati affiancati anche gli altri due arcangeli: Raffaele e Gabriele.
Ma torniamo all'arcangelo Michele e ai suoi luoghi di culto all'interno di  grotte: la più famosa e forse antica in Italia è quella di Siponto in Puglia,  sul Gargano. La leggenda narra che il signore del luogo Elvio Emanuele, inseguendo un toro, gli scagliò contro una freccia, che ritornò indietro ferendolo. Il vescovo, san Lorenzo Maiorano, venuto a conoscenza del fatto, dopo tre giorni di digiuno ebbe in sogno la visione di san Michele Arcangelo, che gli rivelò come la caverna fosse a lui consacrata. Sempre grazie all'aiuto dell'arcangelo Michele, i Sipontini sconfissero l'esercito di Odoacre. Il culto di Michele, grazie ai Longobardi, si diffuse in tutta Italia fino a Pavia, capitale del regno.
Un'altra leggenda parla di un toro e di san Michele: l'arcangelo apparve in sogno a sant' Auberto, vescovo di Avranches, sulla costa normanna e gli ordinò di costruire una chiesa dove avrebbe trovato un toro che era stato nascosto tra le rocce dopo un furto. Venne così edificato il santuario di Mont Saint Michel au Péril de Mer, la la famosa chiesa su un'isola che, durante la bassa marea, è collegata alla costa da una sottile lingua di terra.
Altre sono le analogie tra l'Arcangelo Michele il dio Mitra: nella Bibbia Michele, il cui nome deriva dall'ebraico Mika el, ossia il grido di battaglia “chi è come Dio?” viene in aiuto a Daniele e vigila sui giudei perseguitati da Antioco. Michele è anche uno degli angeli che combatte il drago nell'Apocalisse ed è spesso rappresentato oltre, che con la spada, con la clamide purpurea, colore legato al Sole.
Verschaffelt, San Michele sopra Castel S. Angelo
La statua di Castel Sant'Angelo a Roma, opera settecentesca di Verschaffelt, lo raffigura nell'atto di rinfoderare la spada, a ricordare che la giustizia divina è terribile ma sa essere anche misericordiosa. E, sopra il mausoleo di Adriano, stava la chiesa di San Michele inter nubes oggi purtroppo scomparsa, fatta costruire  a proprio a forma di grotta da papa Bonifacio IV nel VII secolo, dopo che,  una visione dell'arcangelo che riponeva la spada annunciò ai romani la fine della pestilenza.
Spesso S. Michele è raffigurato con un globo in mano, a ricordare la sua funzione di creatore del Cosmo, come fece Mitra che, uccidendo il Toro, diede origine al processo di creazione.
L.Signorelli, S. Michele pesa le anime. Duomo di Orvieto
Un'altra funzione attribuita dalla tradizione a Michele è quella di psicopompo, ossia guida delle anime nel loro passaggio all'aldilà e spesso viene raffigurato nell'atto di pesarle, per decretare il loro destino eterno (psicostasia), un compito che, nell'antichità, spettava a Hermes- Mercurio. In Germania e in Francia, dove si diffuse il culto di San Michele Arcangelo, grazie soprattutto ai monaci celti, le chiese in suo onore erano spesso edificate su precedenti templi di Mercurio, come i santuari di Mont Saint Michel Mercure in Vandea o Badgodesberg (in tedesco Montagna del dio) presso Bonn.
Il Dictionnaire d'Archéologie Chrétienne et de Liturgie, riproduce un'antica gemma dove Mercurio è raffigurato accanto alla scritta Michaél, mentre, nel Duomo di Orvieto, Signorelli raffigura  Michele,che indossa un copricapo alato, attributo di Mercurio nell'atto della psicostasia. 
Ora, divagando un po', il 29 settembre non cade forse sotto il segno della Bilancia, secondo l'astrologia tempo dell'esaltazione di Saturno, pianeta della giustizia e della contemplazione, che invita a spogliarsi dell'umano, della materia per raggiungere il divino? Saturno – Cronos presiede anche l'ultimo grado di iniziazione ai misteri di Mitra ed è raffigurato su un globo, con ali d'aquila e testa leonina, simbolo del Sole eterno, del Tempo senza tempo.


e poi...
A. Cattabiani. Simboli, miti e misteri di Roma, Newton Compton, 1990
A. Cattabiani. Santi d'Italia,  Bur, 2004
L'universale, la grande enciclopedia tematica - antichità classica,  Garzanti libri, 2004
L'universale, la grande enciclopedia tematica - simboli,  Garzanti libri, 2004
http://www.disinformazione.it/equinozio_autunno.htm
http://www.sul-gargano.it/la-montagna-sacra.php