lunedì 6 febbraio 2012

purifichiamoci 1. Lupercalia




Febbraio è mese di purificazione come dice l'etimologia del suo nome, dal verbo latino februare ossia purificare. E dopo tutto che cosa è la febbre se non un innalzamento della temperatura dell'organismo che lo purifica dalla malattia? Nell'antica Roma la dea Febris, personificazione della Febbre era venerata ma soprattutto temuta tra gli strati più bassi della popolazione che viveva nelle zone malsane. Le Februalia erano feste di purificazione dedicate al dio Februus in cui si purificava la città con offerte ai defunti.  
A metà del mese di Febbraio si celebravano i Lupercalia, una cerimonia che preludeva alla fine dell'inverno e alla rigenerazione della natura.
Riuniti sul Palatino, in una grotta dove, secondo la tradizione, la Lupa aveva allattato Romolo e Remo, i Luperci, una confraternita di sacerdoti, dopo aver sacrificato, alla presenza del Flamen Dialis (sacerdote di Giove), alcuni caproni e un cane con il coltello bagnato nel sangue toccavano la fronte di due giovinetti per poi ripulirli con un un batuffolo di lana inzuppata nel latte. In seguito, i Luperci nudi, con i fianchi cinti soltanto da pelle di capri, si lanciavano di corsa lungo la Via Sacra e colpivano le donne sul ventre con corregge dello stesso animale come augurio di fecondità.
Secondo Ovidio, che fa risalire questa cerimonia alle origini di Roma, dopo il Ratto delle Sabine, le spose divennero sterili e, la popolazione recatisi nel bosco sacro a Giunone per implorare la dea che presiedeva al parto, ricevette un responso inquietante:le donne dovevano unirsi con un caprone. Un indovino etrusco sciolse l'enigma e, immolato un capro, percosse il dorso delle spose italiche con corregge ricavatene dalla pelle. E infatti la pelle da cui si ricavavano le strisce con cui si percuoteva il ventre delle donne durante la festa dei Lupercali, era detta anche amiculum Iunonis.
Probabilmente, nella cerimonia dei Lupercalia confluivano due culti arcaici come testimonia anche la duplicità del collegio sacerdotale i cui membri si dividevano in due gruppi: i Quinctiales e i Fabiani.
I romani in età arcaica veneravano il dio Fauno, simboleggiato dall' Hircus ossia il caprone animale dalla sessualità potente e quindi associato alla fertilità. I sabini invece, sul monte Soratte, adoravano Hirpus Soranus il lupo, dio infero, purificatore e fecondatore. Il Lupo, prima dell'accezione negativa, aveva una connotazione solare: il suo nome greco Lykos ha la stessa radice di Lyke (luce). A Lykopolis si adoravano insieme Apollo e il Lupo e Virgilio, nell'Eneide, accostava Apollo a Soranus. Quindi il Lupo poteva essere anche un simbolo solare dell'anno che si risveglia e delle natura feconda. Probabilmente l'etimologia di Lupercus deriva proprio dall'unione di Lupus e Hircus e i Luperci altro non erano che Lupi coperti da una pelle di capro; quindi la festa dei Lupercali, sopravvissuta anche in epoca cristiana, celebrava la fine dell'inverno e il risveglio della natura.

A.Cattabiani, Simboli, miti e misteri di Roma, 1990
A.Cattabiani, Calendario, 2002
R.Del Ponte, la religione dei romani, 1992
Enciclopedia tematica - antichità classica.



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