venerdì 25 gennaio 2013

Il senso del Tempo n.3 - la porta

La porta vista da Magritte



Volge ormai al termine Gennaio porta del nuovo anno, mese dedicato a Giano, dio protettore della soglie e garante di ogni inizio. Era rappresentato dai romani con due facce: una di vecchio e una di giovane, talvolta anche con un volto maschile e uno femminile. Però, a pensarci bene, il vero volto di Giano è quello che non si vede, cioè il presente.
A Giano erano consacrati i due solstizi, ossia l'apparente arresto ed inversione del cammino del sole nel suo ciclo annuale che, nella cultura antica, non solo occidentale, erano considerati due porte: degli dei quello invernale e degli uomini quello estivo. Tema che torna anche nella tradizione orientale, prova di un substrato mistico comune a tutti i popoli e a tutte le religioni, che, come dice Guénon, spesso affiorano attraverso rimandi e assonanze anche fonetiche, trascurate dagli studiosi accademici che snobbano tutto ciò che invece potrebbe tranquillamente chiamarsi scienza sacra.
La tradizione greca rappresentava il cosmo, ossia il mondo manifestato come una grande caverna dove le anime si incarnavano entrando dalla porta degli uomini, associata al solstizio estivo, e, esaurito il ciclo vitale, prendevano la via del mondo non manifestato attraverso la porta degli dei, il solstizio d'inverno, associati rispettivamente ai punti cardinali sud e nord. La letteratura non rispetta sempre queste corrispondenze: in un famoso passo dell'Odissea, ad esempio, dove si parla dell'antro delle Ninfe, risultano invertiti: a nord sta la porta degli uomini, a sud quella degli dei, fermo restando che ovunque è il solstizio invernale ad essere la porta degli dei e quello estivo degli uomini.
Astronomicamente il nord, ossia il punto più alto raggiunto dal cammino apparente del sole, corrisponde al solstizio estivo, mentre il sud che è il punto più basso, a quello invernale. La tradizione esoterica, invece, dà un'opposta interpretazione: considera il solstizio invernale, associato al segno del capricorno ed al nord come positivo, mentre il solstizio estivo che cade nel segno del cancro al sud ha una connotazione negativa.
René Guénon, analizzando anche la tradizione indù, che divide l'anno in due metà, quella ascendente quando il sole è diretto verso sud, ossia dal solstizio d'inverno a quello d'estate e quella discendente che va nella direzione opposta, risolve questa apparente contraddizione applicando il senso inverso. Ciò che sta in alto nell'ordine celeste, cui appartiene il cammino del sole, sta in basso nell'ordine terrestre, che governa il cammino delle stagioni. Quindi il sole celeste, quello spirituale ha la sua massima manifestazione al solstizio invernale, momento apparentemente più buio, a partire dal quale la luce inizia ad aumentare, per raggiungere il suo culmine al solstizio estivo per poi diminuire. Lo stesso ragionamento si può applicare anche alle parti del giorno: il sole spirituale, quello contemplato dagli iniziati è proprio il sole di mezzanotte, quando le tenebre rappresentano non l'assenza di luce, ma il momento della sua nascita. Non a caso, molte divinità associate al Sole, da Mitra a Cristo, sono nati proprio a mezzanotte e a ridosso del solstizio d'inverno.
Nel mondo romano, Giano era il custode delle porte per eccellenza, e le sue feste, organizzate dal collegio dei fabbri, cadevano proprio durante i solstizi.
La teologia cristiana ha sostituito a Giano i due San Giovanni: il Battista festeggiato al solstizio estivo e l'evangelista a quello invernale, curiosamente poi, di San Giovanni Battista, porta degli uomini, non si ricorda il giorno della morte, che secondo il cristianesimo, è la rinascita all'eternità, ma quello della nascita nel mondo sensibile.
L'etimologia del nome Giovanni, la cui assonanza fonetica peraltro ricorda il nome Giano, ha sia il significato di Misericordia di Dio che quello di lode a Dio, che ben si adattano alla collocazione calendariale dei due santi: infatti la misericordia è discendente e la si può legare al Battista, mentre la lode è ascendente e può essere riferita all'Evangelista.
La porta, la soglia non è solo un limite spaziale, e temporale, ma anche spirituale e, non a caso, Giano era considerato colui che soprintendeva le iniziazioni. Secondo Cicerone, il nome di Giano aveva la stessa radice di ire, andare, mentre in sanscrito Yana significa via.
"Io sono la via" dice Cristo nei Vangeli e un cartiglio del XV secolo, proveniente da un codice della chiesa di Luchon, raffigura un curioso Cristo - Giano. Lo strano personaggio presenta due volti, uno maschile e l'altro femminile, regge lo scettro e la chiave, simboli del potere spirituale e temporale ed è sormontata dal monogramma IHS che lo identifica appunto come Cristo.
Un Giano - Cristo signore del Tempo, Colui che è, che era e che sarà, come si evince anche in una leggenda tratta del Milione di Marco Polo. Giunti alla grotta dove era nato il Bambino, i tre Magi, che avevano età diverse, ossia uno era giovane, l'altro adulto e un terzo vecchio, videro il Bambino non con il volto di infante, ma come in uno specchio, ciascuno vedeva riflessa la sua età. Solo quando lo contemplarono insieme, ne videro il viso autentico: quello di un neonato di tredici giorni.
Il presente, il volto di Giano invisibile, quello che in oriente solo il terzo occhio di Shiva (anch'egli detto signore del triplice tempo) può contemplare e il cui sguardo ha il potere di incenerire, ossia distruggere il mondo sensibile, sconfina non nell'indifferenziato della morte, ma nell'eternità.
Che il nuovo anno sia per tutti voi un vero passaggio: si abbandoni ciò che è inutile, si tragga il meglio dall'esperienza, si abbia lo sguardo pronto a cogliere ciò che sta al di là.

E poi...
R. Guénon. Simboli della Scienza sacra, Adelphi, 1975
A. Cattabiani. Calendario, Mondadori 2003

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