È il tempo che rinasce
mangiando se stesso e si rinnova ciclicamente. Un simbolo che
pare pensato per la fine di novembre, mese di chiusura e di inizio
di un nuovo ciclo.
Sulla frontiera tra una
stagione agricola e l'altra, i celti festeggiavano il Samhain, il
capodanno tra il 31 ottobre e il 1 novembre; nei dodici giorni
successivi, tempo fuori dal tempo, quando tutto si rimescola in una
morte simbolica che annuncia una rinascita, nelle nostre campagne si aprivano le porte di
comunicazione con l'aldilà. Pure la liturgia cattolica chiude l'anno
con la festa di Cristo Re che cade, di solito, nell'ultima settimana
di novembre, per aprirlo con l'avvento la domenica successiva.
L'Uroboro, il serpente
che si morde la coda, è conosciuto in tutte le civiltà euro
asiatiche come immagine della continuità cosmica, dei cicli che si
rinnovano creando l'eternità.
Come il serpente, che si
credeva ringiovanisse mutando pelle, così l'anno rinasce: la
bocca del serpente mangia la su stessa coda, l'ultimo mese dell'anno
si ricollega al primo del successivo. La stessa parola latina annus
ha origine dalla particella an, che significa intorno, a
simboleggiare proprio la forma circolare tempo e Crono, che del Tempo
è signore, regge un Uroboro nella mano sinistra.
![]() |
Gafurius, Musica delle sfere |
Nei testi ermetici greci
rappresenta l'alterna vittoria della vita e della morte, mentre, per
la simbologia cristiana, che lo raffigura con al centro una croce o
un'ancora, è immagine del cosmo che riceve vita e significato dal
Cristo.
Anche il musicista
rinascimentale Gafurius, illustrando la musica delle sfere,
rappresenta un lungo serpente che attraversa l'universo: ha la testa
sulla terra e la coda finisce nella sfera più alta, sotto i piedi
del dio Apollo e delle muse disegnando un cerchio. Il Tempo, spartito
dell'universo ha le sue radici nell'eternità.
![]() |
Uroboro alchemico |
L'Uroboro è anche un
simbolo alchemico: rappresenta un processo ciclico di riscaldamento,
evaporazione, raffreddamento, condensazione e di nuovo evaporazione
della materia, tanto che spesso è raffigurato come un serpente che
che morde la coda del drago alato sopra di lui.
E per finire Gabriele
d'Annunzio, molto attento al valore simbolico delle immagini scelse
proprio un Uroboro come emblema della Reggenza del Carnaro: l'impresa
di Fiume infatti, sebbene finita nel tempo storico, continua a vivere
come Tempo dell'anima.
e poi...
L'Universale, la grande
Enciclopedia Tematica, Simboli, Garzanti 2004
E. Wind. Misteri pagani
nel Rinascimento, Gli Adelphi, 2012
A. Cattabiani, M. Cepeda
Fuentes. Bestiario di Roma, Newton Compton, 1996
Nessun commento:
Posta un commento