lunedì 6 agosto 2012

agosto



G.M. Mitelli, Agosto


Per il mese di Agosto ho scelto una stampa tratta dall’ acquaforte del bolognese Giuseppe Maria Mitelli. Figlio del pittore Agostino Mitelli, Giuseppe Maria nacque a Bologna nel 1634 dove visse fino al 1718, anno della sua morte. Dal fratello Giovanni, che abbracciò la carriera religiosa, è descritto come un personaggio giocoso che non disdegnava i piaceri della buona tavola, dei giochi e dei viaggi. Allievo del Guercino, fu disegnatore ma soprattutto incisore: le sue stampe popolari hanno tutt’ora una diffusione vastissima, tanto che si dice non vi sia famiglia a Bologna che non abbia in casa una stampa tratta dal Mitelli.
Agli inizi della carriera, incise copie da Tiziano e Carracci, poi maturò uno stile personale che lo portò al rifiuto dell’arte accademica e a preferire temi popolareschi.
Le sue scene, dal tratto veloce, sintetico, privo di raffinatezze accademiche (alcuni critici lo definiscono “giornalistico”) e con con figure dai tratti caricaturali, illustrano i mestieri, i lavori agricoli, i proverbi, ma soprattutto momenti della vita quotidiana e d’attualità politica, dove Giuseppe Maria, arguto fustigatore di costumi, commenta gli episodi con motti satirici in dialetto bolognese, quasi un’anticipazione dei moderni fumetti.
Durante la sua lunga vita si interessò anche all’esoterismo, illustrando un mazzo di tarocchi, giochi enigmistici o alfabeti antropomorfi. Una curiosità: Mitelli fu l’inventore de il gioco dell’Oca.
Il ciclo dei mesi è noto per essere stato la sigla della trasmissione Rai Almanacco del giorno dopo.
Ogni mese è rappresentato da una figura umana, attorniata da frutti di stagione o da simboli zodiacali.
Agosto è raffigurato da un uomo che beve al fiasco, ai suoi piedi da alcuni meloni, frutti estivi per eccellenza.. In alto a destra, in un tondo, il segno della vergine. In basso a commento la frase:Nel vino e nel melone un ventre ingordo, gode di maritar Pomona e Bacco, ma ne nasce sovente un altro Cacco, di quello di Vulcan figlio più lordo.
Unire Bacco e Pomona, ossia esagerare con vino frutti (Pomona era la dea romana dei frutti) è sconsigliato: si rischia di generare un mostro come Caco, il deforme figlio di di vulcano tracotante al punto di rubare i buoi di Eracle.
Sorge un dubbio: cosa intendeva dire Mitelli con questa frase? Di sicuro voleva metterci in guardia dalla crapula estiva, dalla smania dell’eccesso che pare colpire le persone all’inizio della stagione calda fino a portarli all’abbrutimento. Ma, visto che il melone ha anche proprietà di stimolare l’intestino, che ci voglia avvisare anche delle conseguenze fisiche dell’ingordigia?

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