lunedì 30 luglio 2012

S. Anna, la Grande Madre


 Leonardo da Vinci, Sant'Anna, la Madonna e il Bambino con l'agnello, 1510,  National Gallery, Londra


Pochi giorni fa, il 26 luglio, si è festeggiata S. Anna, madre della Madonna, protettrice delle partorienti, ma anche delle sarte e delle lavandaie.
Il nome Anna, che è uno dei più diffusi in Italia, deriva dall'ebraico Hannàh che significa Dio ha concesso la grazia. Secondo il protovangelo di Giacomo (le vicende dell'infanzia della Madonna, che tanto hanno colpito l'immaginazione popolare, non si trovano nei Vangeli canonici) Anna, moglie sterile e avanti con gli anni di Gioachino, pregò il Signore che le concedesse la grazia di un figlio e, dopo nove mesi, partorì Maria.
Lo stesso nome portava anche un personaggio dell'antico testamento: la moglie di Elkana, pure lei sterile cui il Signore concesse la grazia di diventare madre di Samuele.
Il nome ebraico Hannàh è stato tradotto nel greco Hanna ed è giunto in occidente come Anna.
C'era, nella mitologia latina, un personaggio fondamentale che portava questo nome: Anna Perenna, festeggiata il 15 di marzo che, nell'antico calendario lunare coincideva con la luna piena di Marzo, che inaugurava il nuovo anno.
Ovidio nei Fasti ci racconta che veniva onorata con una scampagnata primaverile in un boschetto nei pressi di ponte Milvio: i partecipanti si abbandonavano sui prati fioriti a canti, balli, ubriacature e amori.
Ma chi era questo personaggio? Sempre Ovidio riporta alcune interpretazioni: Anna sarebbe la sorella di Didone, che, raggiunto Enea nel Lazio, morì suicida nel fiume Numico (oggi il Rio Torto) e fu trasformata in ninfa. Oppure, secondo altre interpretazioni, fu una vecchietta di Boville, sobborgo di Roma che, quando la plebe si ritirò sul Monte Sacro, la sfamò con focacce e una volta che i plebei, ottenuta la pace sociale, rientrarono nell'Urbe le dedicarono una statua e da allora venne onorata nel mese di Marzo, sacro a Marte
Il dio della guerra, probabilmente seccato per dover dividere con lei il suo mese, pretese un aiuto per sedurre la casta Minerva. Anna consigliò al focoso amante di apparecchiare la camera nuziale, dove lei avrebbe pensato a condurre la riluttante dea. Grande fu la delusione di Marte nel ritrovarsi a letto, invece che con la conturbante dea, con la vecchietta burlona! Quest'episodio, a quanto si legge nei Fasti, spiega l'usanza di scherzi e canti licenziosi intonati soprattutto dalle ragazze durante le feste di Anna Perenna.
Ma che cosa c'entra Anna Perenna divinità pagana, a tratti licenziosa, con Sant'Anna, madre di Maria?
I due nomi sono simili soltanto nell'assonanza, in quanto, in latino, Anna deriva da annare ossia passare da un anno all'altro e lo stesso Ovidio identifica Anna Perenna con la luna piena di Marzo che completa un ciclo annuale e ne inizia uno nuovo e quindi la tradizione la rappresenta con le due facce di vecchia e di giovane ninfa. Sicuramente è una divinità legata ai culti alla grande Madre, al passaggio da un ciclo all'altro si noti poi che in Sanscrito, il termine Anna indica l'essenza vitale, il nutrimento del cosmo associato alle acque e alla luna. Si aggiunga poi che Secondo lo studioso Dario Sabbatucci, Anna altro non era che una personificazione dell'Annona i cui magistrati, gli edili plebei assicuravano il rifornimento di grano agli abitanti della città, quindi sempre una dea legata al grano e al nutrimento.
Alfredo Cattabiani trova molte analogie, che sono rimaste nella nostra cultura come a livello inconscio, tra S. Anna e le divinità legate ai culti della Grande Madre, quindi non solo Anna Perenna, ma anche Demetra, Cerere, Persefone e tutti i protagonisti di misteri legati al grano come i Misteri Eleusini.
Come nei misteri eleusini, dove Demetra genera Persefone che a sua volta genera la spiga di grano, il fanciullo Brimos, che veniva mostrata al culmine del rito, così S. Anna partorisce Maria madre del Cristo a sua volta indicato come spiga di grano, nutrimento del mondo. Nell'arte poi è frequente la rappresentazione di S. Anna insieme a Maria e a Gesù Bambino; Anna, grande Madre, sovrasta spesso anche per dimensioni le altre due figure, come nella tavola  del Masaccio conservata agli Uffizi
Nell'iconografia tradizionale S.Anna è rappresentata spesso con il mantello verde (esempio la tavola di Leonardo Madonna e S. Anna) colore della primavera e della natura che si rinnova.
Però, se si riflette bene, che cosa è l'estate per noi moderni se non un periodo di passaggio da un anno all'altro? A pensarci il vero capodanno, quando iniziano molte nuove attività dovrebbe cadere ai primi di settembre!

E poi...
A. Cattabiani, Simboli, miti e misteri di Roma. Newton Compton 1990
Ovidio, I Fasti, a cura di L. Canali e M Fuececchi. Bur 1988

Nessun commento:

Posta un commento