giovedì 1 dicembre 2011

Dicembre



Sull'altro blog, che adesso sto trasferendo qui su blogspot, avevo iniziato un giro attraverso la rappresentazione dei mesi dell'anno.
Per dicembre scelsi un'immagine art nouveau: una delle dodici litografie del calendario illustrato da Eugène Grasset, per i grandi magazzini la belle jardiniere. Formatosi in architettura al politecnico di Zurigo, Grasset, operò nei primi tempi come architetto, poi, trasferitosi a Parigi nel 1871, si dedicò interamente alla pittura e all'illustrazione. Influenzato da Viollet le Duc e da Dorè, di cui riprende il segno fluido, illustrò cartelloni pubblicitari e libri, con la particolare tecnica dell' integrazione tra parole e disegno. Inventò per la fonderia Deberny e Pignot un carattere tipografico che prese il suo nome. Attivo nel campo delle arti applicate e disegnò mobili, cartoni per mosaici, gioielli, e le vetrate della cattedrale di Orleans. Fu un precursore dell'art nouveau: le sue opere dalla linea sinuosa ma sempre ben curate nei particolari, attente alle suggestioni giapponesi e preraffaellite, esercitarono un'influenza su artisti successivi come Mucha.
Il calendario da cui ho preso l'immagine di dicembre raffigura, per ogni mese, ogni mese una donna vestita alla moda ed intenta al lavoro in giardino. L'ambientazione è molto curata, la rigidità geometrica della prospettiva è temperata dalla linea sinuosa, dai colori luminosi e dall'abbondanza di particolari con cui è disegnata la vegetazione del periodo.
Il giardino del mese di dicembre è ghiacciato ma rallegrato dalla presenza degli ellebori, mentre la ragazza reca un fascio di vischio.
L'helleborus niger, più noto come rosa di Natale, è una rizomatosa, della famiglia delle ranuncolacee. Ben si presta ai giardini invernali, infatti resiste bene alle basse temperature. È una pianta velenosa e dal suo rizoma si ricava una polverina irritante un tempo usata come starnutatorio Nell'antichità si pensava che curasse la pazzia, ma che potesse anche causare la morte. Infatti, fino a pochi decenni fa, era usata in farmacia come purgante e vermifugo, ma se ne consigliava prudenza nell'uso, in quanto un eccesso poteva portare al collasso con conseguente decesso del paziente.
Per il periodo di fioritura ed il bianco dei suoi fiori ( si chiama niger dal colore dalle radici) l'elleboro è associato al Natale. Secondo la leggenda, i suoi fiori spuntarono quando nacque Gesù Bambino, oppure secondo un'altra vulgata, fu fatto germogliare da un angelo per consolare una pastorella che non sapeva cosa offrire al Bambinello. In India protegge le partorienti e i neonati.
Il vischio è una pianta parassita, non radicata nel terreno, ma che succhia la linfa dagli altri alberi. Fin dai tempi più antichi, presso vari popoli era ritenuto una pianta magica, tuut'oggi le sue virtù sono riconosciute in Giappone e in Africa.
Pochi giorni dopo il solstizio d'inverno, i druidi usavano tagliarlo con un falcetto d'oro (raccoglierlo con le mani avrebbe causato sciagure), per poi servirsene nei riti religiosi e per preservare il popolo da malattie e sortilegi.
Poiché non aveva radici terrene, si pensava derivasse direttamente dai fulmini e avesse la possibilità di guidare i cercatori di tesoro tanto che alcuni studiosi identificano nel vischio il ramo dorato che guida Virgilio nell'oltretomba. Forse per il suo colore – le foglie e il fusto tendono ad assumere una tonalità dorata dopo essere stati colti, e perchè è tradizione raccoglierlo a ridosso dei solstizi, è identificato con il sole nascente. La sua nascita misteriosa, l'essere senza radici terrene lo ricollegano al Cristo e, dopo una diffidenza iniziale, è stato accolto anche in molti riti cristiani.
Nei paesi del Nord Europa, si pensa che baciarsi sotto un ramoscello di vischio favorisca i matrimoni.

Nessun commento:

Posta un commento