Miracolo di San Biagio, attribuito a Marco Benefial 1684 - 1764 |
Oggi 3 febbraio, la
tradizione cattolica ricorda San Biagio, Vescovo di Sebaste in
Armenia e patrono della città lucana di Maratea. Invocato in tutta
Italia contro le malattie della gola, è anche protettore degli
agricoltori e dei tessitori.
Si sa poco della sua vita
perché, così come per molti santi, gli Acta, ossia le
cronache del suo martirio, affondano le radici nella leggenda e di
conseguenza sono lacunose e contraddittorie. Vissuto in Armenia nella
prima metà del IV secolo, Biagio, la cui etimologia latina significa
balbuziente, fu probabilmente medico prima dell'ordinazione
sacerdotale.
Quando si rifugiò in una
grotta per sfuggire alle persecuzioni dell'imperatore Licinio nel 314
(la Legenda Aurea di Jacopo da Veragine parla invece di
Diocleziano) gli animali accorrevano a portagli il cibo e,
rappacificati tra loro, non se ne allontanavano se non avevano prima
ricevuto la benedizione. Raggiunto dalle guardie del governatore, che
cercavano fiere per i giochi nell'arena, fu riconosciuto come
cristiano e arrestato.
Lungo la strada che lo
conduceva al martirio a Sebaste, una donna, disperata perché il
figlio stava soffocando a causa di una lisca di pesce conficcata in
gola, implorò l'aiuto di Biagio. Il santo, non solo salvò il
ragazzo, ma ottenne la salute per chiunque ne avesse invocato
l'intercessione. Da questo episodio è nata la tradizione di
benedire, nel giorno di San Biagio la gola dei fedeli appoggiandovi
due candele incrociate.
A Monte San Biagio, in
provincia di Latina, le gole sono invece benedette con olio d'oliva e
vengono distribuiti dei pani dalla curiosa forma di dita.
A Roma, la tradizione di distribuire pane ai fedeli il 3 febbraio, dà
il nome alla chiesa di San Biagio alla Pagnotta, dove fino al
quindicesimo secolo, era conservata la gola del santo che ora si
trova nel tesoro di San Pietro.
Il
pane e l'olio sanciscono, così come un altro episodio avvenuto sulla
strada verso martirio, il legame di Biagio con il mondo contadino:
una donna, cui un lupo aveva rubato l'unico porco, pregò il santo
finchè il lupo pentito tornò sui suoi passi e restituì la preda.
La contadina donò a Biagio la testa del maiale assieme ad una
candela e il santo la pregò di offrirne una ogni anno a suo nome per
avere prosperità.
La
collocazione calendariale della festa, ossia al passaggio di
stagione, la confidenza con gli animali, la presenza del fuoco
simboleggiato dalla candela, quindi l'accenno alla purificazione
collegano la ricorrenza di San Biagio ai riti agrari di lustrazione
di fine inverno.
Il
giorno precedente, il 2 febbraio, la chiesa cattolica ricorda la
purificazione della Vergine Maria nella festa della Candelora.
Nell'antica Roma tra gennaio e febbraio ricorrevano le feriae
sementinae e le amburbaliae
riti di purificazione dei campi dedicati alla dea Cerere.
Il
maiale, che compare nell'aneddoto del porco rubato, è sacro proprio
a Cerere, che
sovrintendeva alla crescita delle messi, onorata in età arcaica con
Tellus, il grembo
terreno che custodisce il seme, come il ventre materno nutre
l'embrione. Tellus e Cerere
a Roma proteggevano i matrimoni e Biagio, in alcune regioni d'Italia
era patrono dei fidanzati, prima di essere oscurato dal più famoso
Valentino.
Molti
sono i riti di benedizione e purificazione degli animali che
accomunano Biagio al più famoso “collega” santo contadino
Antonio Abate, ricordato il 17
gennaio. In Sicilia
si benedice il bestiame passando sul giogo dell'animale un collare
che era posto sulla statua del santo.
S. Biagio ordina al lupo di restiuire il maiale alla vedova povera Sano di Pietro ( 1406 - 1481)
Nella
cultura celtica invece il maiale è affine allo spirito del grano,
che, secondo tradizione si incarna nell'ultimo covone mietuto e del
quale si conservano alcuni chicchi per la semina successiva. Il
primo giorno di febbraio, festa di Imbolc, parola che, tra i
vari significati ha quello di ventre, si onora la dea Birgid, con
bambole fatte di spighe intrecciate provenienti dall'ultimo covone
del raccolto dell'anno precedente. Birgid fu cristianizzata come
Santa Brigida, che la tradizione ritiene fosse la levatrice di Gesù.
La vita, come il seme custodito da Tellus cresce, ma il
germoglio ha bisogno della forza di Cerere per uscire dalla
terra, ha bisogno della levatrice Brigida per non soffocare qualora
restasse chiuso nel ventre. E chi altri rischiava di morire soffocato
se non il ragazzo salvato dal vescovo Biagio, che ha estratto dalla
sua gola, purificandola, la lisca di pesce che vi si era conficcata?
Le
reliquie di San Biagio sono conservate a Maratea, in Lucania città
di cui è patrono e dove approdarono, a causa di un naufragio, i
pellegrini armeni diretti a Roma. Curiosamente, dall'urna e dalle
colonne della chiesa costruita sopra un precedente tempio di Minerva,
stilla un nettare chiamato Manna.
Ad Un
santo “goloso” come Biagio, non può non riferirsi una leggenda
legata ad uno dei dolci più famosi in Italia: il panettone. Si
racconta che, un frate goloso non avendo resistito dallo
sbocconcellare un panettone affidatogli da una pia donna, al momento
di restituirglielo, guarda caso il 3 febbraio, trovò nella scatola
un panettone addirittura più grande del primo. Da questo episodio è
nata nel milanese la tradizione di mangiare, nel giorno di San Biagio
proprio una fetta di panettone avanzato a Natale, come augurio di
prosperità. Meglio se non si tratta di un nuovo panettone, ma
proprio di una fetta avanzata, così come i chicchi di grano
dell'ultimo covone, tornano a seminare la terra.
Nel giorno di Biagio
e poi...
G.
Dumézil. La religione romana arcaica, Bur, 2001
A.
Cattabiani, Calendario. Le feste, i miti, le leggende e i
riti dell'anno. Mondadori, 2003
A.
Cattabiani. Santi d'Italia,BUR, Milano 2004
R. Fattore, Feste pagane, Macro edizioni, Cesena, 2004
C.
Miles, Storia del Natale, tra riti pagani e cristiani.Odoya,
2010.
M. Ponticello.I Pilastri dell'anno, il significato occulto del calendario, Arkeios, 2013.
http://www.famigliacristiana.it/articolo/perche-a-san-biagio-si-mangia-il-panettone.aspx